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Racconto di una domenica italiana

 

 

La domenica a casa mia tre cose non potevano mancare : le fettuccine all’uovo fatte in casa, le pastarelle e la schedina.

 

 

Non si poteva dire che la domenica fosse un giorno come un altro perchè in quel giorno della settimana erano riposte le speranze di tutti gli italiani e se si fosse avverato il sogno la maledetta sveglia puntata sulle 5 di mattina avrebbe finalmente smesso di suonare.

Così, come lo avevo visto fare da quando avevo memoria, mio padre anche quella domenica con  il palato soddisfatto e la pancia piena alle 14,20 si sintonizzò su Rai Radio 1 per collegarsi con la storica trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto”, che solo i boomer ricorderanno.

“Gentili ascoltatori buon pomeriggio”, era la frase che annunciava il rincorrersi delle voci degli inviati sui campi da gioco, pronti ad interrompersi l’un l’altro a suon di gol.

“Scusa Ameri, scusa Ameri, la Roma è passata in vantaggio” era la mia voce preferita naturalmente, ma questo è un altro discorso…

Era una tiepida domenica di  aprile del ’78,  me lo ricordo bene perchè il mese dopo feci la prima comunione e ricevetti in regalo una bellissima bicicletta grigia metallizzata con tanto di marce.

Dalla radio uscivano le voci dei radiocronisti collegati dai campi da gioco di tutta Italia, mia madre stirava i panni e mio padre controllava la schedina.

La tranquillità che si respirava di certo non lasciava presagire quello che di lì a poco sarebbe successo: un improvviso volo in paradiso e un altrettanto repentina discesa negli inferi.

Mancava un minuto alla fine delle partite e la nostra vita stava per cambiare: avremmo finalmente avuto il nostro posto nell’Olimpo.

Mia madre sarebbe diventata proprietaria di un bellissimo attico con affaccio sul Colosseo, una terrazza da riempire di vasi per vantarsi con le sue amiche del suo pollice verde e un meraviglioso tavolo in mosaico per sorseggiare un te’ freddo nei caldi pomeriggi estivi ;

mio padre si vedeva già alla guida di una decappottabile rossa come il fuoco, con gli interni in pelle e lo stereo che suonava la sua musica preferita;

io e mia sorella avremmo attraversato le vie del quartiere con le nostre biciclette nuove di zecca, con il cambio che avrebbe reso le nostre corse più leggere e le molle degli ammortizzatori lucidi come uno specchio, da far invidia persino a Davide che aveva il padre avvocato e la bicicletta più fica del quartiere.

E’ stato il minuto più lungo della nostra vita, in quel rettangolo di carta su cui campeggiava la scritta “Totocalcio”,quei tre segni 1 x 2 erano finiti come per magia tutti al proprio posto, la Dea bendata si era finalmente accorta che esistevamo anche noi.

All’improvviso una voce a rompere l’idillio: “Attenzione, attenzione a tempo regolamentare già scaduto al San paolo cambia il risultato: Savoldi insacca la palla con un gran sinistro e il Napoli porta a casa un pareggio prezioso”.

La faccia pallida di mio padre la diceva lunga: addio casa della mamma, addio macchina del babbo e soprattutto addio alla mia bicicletta con le marce…

Oggi racconta ancora questa storia con la faccia di chi ha fatto un lungo viaggio all’inferno ed è riuscito a tornare,  non manca però di aggiungere che la casa alla fine l’ha comprata, qualche anno dopo ma è riuscito a comprarla, non al Colosseo ma comunque con una grande terrazza, piena di piante e di fiori che mia madre col suo pollice verde ha trasformato nel giardino dell’Eden.

 

Ora, dopo averti fatto vivere con me una domenica bestiale, ti faccio una domanda:

 

preferisci continuare a sognare di vincere una casa grattando un biglietto della fortuna oppure ti metti sotto a cercare la casetta dei sogni e mi chiami per fare un bel MUTUETTO?

 

P.s.
Mio padre riuscì a coronare anche il sogno di guidare una decappottabile rossa, peccato che
evidentemente quella macchina era anche il sogno di qualcun altro e dopo circa un mese mio padre si
recò al commissariato più vicino per denunciarne il furto…

Avventurarsi di banca in banca ad elemosinare di poter ottenere un mutuo è una delle cause più frequenti di ulcera gastroduodenale e di ansia generalizzata, se vuoi evitare  di dover spendere, oltre ai soldi per l’acquisto della casa, i soldi per il gastroenterologo e per il neurologo, ti basta cliccare sul tasto che apre WhatsApp e mandarci un messaggio, ti richiamiamo in men che non si dica.

Basta la salute, un par de scarpe nove e un tetto sulla testa…

Daje, alla prossima bello de casa!

 

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