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Donne e scienza

Ciao Bello de Casa,

Non sai che giorno è, vero?

Te lo racconta Mutuetto.

L’11 Febbraio è stata selezionata come data dall’Onu per celebrare la Giornata internazionale delle donne nella scienza.

Fin da quando siamo bambini ci vengono ingiustamente attribuiti, in base al nostro sesso di nascita, dei ruoli, dei colori e delle passioni.

Iniziamo dalla coccarda che attacchiamo fuori dal palazzo, passando per il pallone da calcio regalato a Natale, e seguitiamo dritti senza ripassare per il “Via” con l’iscrizione ad un liceo con indirizzo “maschile”, come può essere lo scientifico, informatico e via dicendo.

Le ragazzine invece crescono tra bambole e aspirapolvere per bambine (?), vestitini rosa e poi dritte al classico, al linguistico o all’estetico.

Sì, perchè le donne in matematica non sono così brave, poi guidano male e lo sport non sanno neanche cosa sia a meno che non si parla di ginnastica artistica o danza.

Immaginati un giorno di svegliarti e iniziare ad essere tartassato di frasi del tipo:

“No, quello non fa per te”, “Siediti come una signorina”, “Lascia stare e fai fare a me”, “Non puoi andarci da sola!”, “Esci vestita così?”,“Perchè non porti i capelli lunghi?”.

Poi moltiplicalo per 100 e portatelo appresso tutta la vita.

Imbarazzante, no?

Questa è la ragione che ha portato molte donne, nel corso della storia, a passare la vita in abiti maschili per potersi sentire libere.

Scrittrici come le Sorelle Bronte vestite da uomini, con i nomi di Currer, Arton ed Ellis, con lo scopo di essere pubblicate;

Onorata Rodiani, pittrice che, in uniforme ed elmetto passò anni da soldato per fuggire alle viscide avances di un suo “ammiratore”;

Miss Schwich, vestita da uomo dall’età di diciassette anni per andare a lavorare e sostentare la propria famiglia;

ancora Peppa la Cannonaia, giudicata in seguito ad una relazione con un uomo più giovane di lei, in vesti maschili combatte durante una sommossa guadagnando una medaglia al valore;

Giovanna D’Arco, che ribalta totalmente le sorti francesi combattendo contro le armate inglesi, adesso Beata e patrona di Francia.

Pochi nomi, che potevano essere Serena, Carola, Elisa o Giorgia.

Pochi nomi che significano tanto per tutte le donne, esempi di personalità tenaci e inarrestabili che hanno portato avanti tutto quello in cui credevano (e che tutti avrebbero dovuto credere) mettendo a repentaglio la propria esistenza.

La storia, la nostra unica finestra sul passato, dovrebbe aiutarci a comprendere la gravità di tutto quello che è stato, ogni persecuzione è di troppo e quella nei confronti delle donne, insieme a molte altre ancora, continua fin qui.

Nasciamo in una società maschilista e questo non dipende da noi, ma oggi possiamo fare qualcosa.

Possiamo crescere le nostre figlie sicure di sè, intelligenti, emancipate e senza limiti.

Possiamo crescere figli galanti, seri, rispettosi; li possiamo crescere sensibili e umani.

Nel nostro ufficio vengono in continuazione coppie per richiedere un mutuo, dove la sola voce che si sente per tutta la consulenza è quella maschile ed è capitato più volte di trovarsi di fronte a situazioni in cui la donna venisse totalmente ignorata o zittita, anche solo con uno sguardo.

Se lo facessero a tua figlia o a tua sorella proprio sotto al tuo naso?

Già, sarebbe insopportabile.

Non mi raccomanderò di trattare le donne come delle regine, tantomeno ti dirò di fare favoritismi; ma tratta TUTTI come tu stesso vorresti essere trattato.

Questo non significa che non meriti un Castello degno di questo nome, ma questa è un’altra storia e potete star tranquilli….

Nelle mani di Mutuetto puoi iniziare a dare un’occhiata all’intero regno!

Ti aspetto a braccia aperte.

3339888826 daje, chiama

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Daje, alla prossima bello de casa!

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