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La Notte delle Sigillarie

Ciao Bello de casa e buona Epifania!

Spero che tu abbia a portata di mano dolcetti e cioccolatini di ogni tipo, anche perché al contrario significa che nella calzetta hai trovato il carbone e là so’ dolori…

Scommetto che è una vita che apri e compri calzette ma non sai come nasce l’usanza. 

Stai tranquillo che, come sempre, c’è zio Mutuetto che te lo racconta!

Nell’Antica Roma l’arrivo del nuovo anno veniva festeggiato con le “Sigillarie”, feste durante le quali ci si scambiavano statuette di coccio e ai più piccoli venivano regalati dolcetti di marzapane a forma di bamboline e pupazzetti.

Mi ricordo che quando ero piccolo papà mi portava a Frascati, dove compravamo dei biscotti a forma di bambolina con tre seni. 

Solo qualche anno dopo avrei scoperto che l’usanza nasceva nella ricorrenza Romana delle Sigillarie e prendeva le sembianze della Dea Strenua, dispensatrice di latte e prosperità.

Durante la prima parte del Medioevo, la dodicesima notte dopo il Natale (appunto, la notte tra 5 e 6 Gennaio) veniva celebrata la morte e la rinascita della natura. 

Ed è proprio Madre Natura quindi, che in questo periodo sorvola i tetti di ogni casa, sotto forma una vecchia e benevola strega sulla sua scopa.

Prima di morire, nella notte del 6 gennaio distribuisce doni e fa cadere i semi che poi sbocceranno nel corso dell’anno. 

Dopo il lungo e stancante giro, Madre Natura muore e si rigenera.

A partire dal II Secolo d.C. la festività assume caratteri religiosi simboleggiando il battesimo di Cristo e, in un primo periodo, anche la sua incarnazione veniva attribuita a questa data.

La leggenda a questo punto si evolve nuovamente: la storia vuole che mentre i Magi si dirigevano verso la grotta ad onorare la nascita di Gesù, la Befana gli indicò la strada ma non potè seguirli, attese quindi il loro ritorno ma questi cambiarono strada.

Se ti sembra di vederla, distogli lo sguardo!

La Befana cerca i Magi ogni dodicesima notte, quindi se l’aspetti col naso all’insù lei se ne accorgerà e non sarà contenta di essere osservata.

Prima del sorgere del sole si dice che gli animali parlino nei boschi e nelle grotte, nel contempo la vecchietta sulla sua scopa gira il mondo riponendo leccornie nelle calzette di chi è stato bravo, carbone a chi lo è stato meno.

In cambio, i bambini preparano per la nonnetta volante un bicchiere di vino e un mandarino che lasciano su un piatto.

La Befana, al suo passaggio consumerà il pasto e lascerà, insieme a doni e carbone, un’impronta di cenere nel piatto ormai vuoto.

Adesso, il mio consiglio è quello di lasciare un bicchiere comodo che non scivoli dalle mani della vecchia mentre vola, poi non lo riempire troppo che sennò con la scucchia si ferma al mento; invece se non lo riempi lei può alzare il gomito e bere tranquilla tanto in cielo non c’è traffico.

Poi, se proprio insisti che vuoi cambiare casa perchè qui non hai il camino e per la canna fumaria ci si inceppa la vecchia… Allora basta chiedere, il mutuo te lo faccio prendere in quattro e quattr’otto.

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Basta la salute, un par de scarpe nove e un tetto sulla testa…

Daje, alla prossima bello de casa!

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